27/01/2021

Quand'è che è iniziata questa cosa della musica?

Raph_PH, CC BY 2.0 , via Wikimedia Commons

Ogni tanto me lo chiedo.

Quando è che è iniziata questa cosa della musica? 

Voglio dire, quando ha smesso di essere solo una cosa che esiste mentre fai altro, un sottofondo o un accompagnamento o una trasmissione tv?

Nel senso, la domanda è legittima: fossi uno che suona lo capirei, ma non ho mai saputo fare nemmeno il berré alla chitarra e alle medie l'ora di musica era quella che mi metteva più in difficoltà.

Avevo 15 anni e se mi guardassi adesso forse nemmeno mi riconoscerei. Di certo ero molto più rigido, convinto, senza senso e pigro di adesso. No, pigro lo sono ancora.

Dove vivo io l'estate nel primo pomeriggio fa un caldo assassino, di quelli che ti si appiccica sopra come una condanna, un senso di colpa o la sporcizia dopo quattro giorni di campeggio. Nel 2001 esistevano anche pochi condizionatori, o almeno noi non ce l'avevamo. Il primo pomeriggio passava solo per farlo passare, e io guardavo la tv. La guardavo perché per dispetto non volevo dormire, e perché per uscire faceva troppo caldo e al mare, se avevi mangiato da troppo poco tempo, nemmeno ti ci potevi avvicinare.

Guardavo il Tour de France, per lo più, e poi facevo zapping. Finivo spesso su un canale nuovo, che sarebbe rimasto accessibile per troppo poco tempo, ma abbastanza da segnare una generazione, la mia, che ancora sognava in analogico e non condivideva molto, quasi niente, a dirla tutta. Quel canale era il punto di riconoscimento di una generazione per la quale era ancora possibile scoprire qualcosa che non ti venisse spiattellato addosso da un algoritmo, e quel canale si chiamava MTV.

A pensarlo oggi, era pure coraggioso, ma sembrava una cosa normale: era come una radio ma con le immagini, una carrellata di videoclip, la cui successione a volte aveva un senso a volte no. Ed è lì, in uno di quei pomeriggi d'estate appiccicosi, tra uno squillo che volevi fare e uno ricevuto, alla fine del terzo Tour de France di Armstrong che è successa questa cosa, o almeno credo.
Mi ricordo che partì un videoclip con un'ambientazione fin troppo familiare ma resa incredibilmente spaziale da tre o quattro lucine colorate, simili a lucciole o a non so che, che si aggiravano come poteri magici in mezzo alle crepe di una vecchia e bellissima città; oppure forti come i sogni che passano tra gli occhi di bambini tristi, disillusi, strani, silenziosi e pigri, incredibilmente pigri. Il cantante era uno che avrà avuto l'età dei miei fratelli, ed era smilzo, ma smilzo da morire e poi... c'era quella cosa lì, che non sapevo da dove cazzo stesse venendo fuori
Voglio dire, lo sapevo che era una canzone, che era musica ma, Dio santo, tutti quei suoni, e quella festa, era come una cascata fatta di colpi di bacchette sulla batteria e di dita sulle corde e di tutto questo casino che sembrava essere messo perfettamente in piedi dalla voce dello smilzo, soffice come uno strato di nutella ma capace di esploderti nelle orecchie e lasciarti secco, in mezzo alla stanza che non è nemmeno più quella del tuo salotto, ma è quella vecchia e bellissima città, resa così irreale da quelle luci e dalle urla di quel ragazzo che, ne saresti stato certo, ti stava dando l'anima, o quel che ne rimaneva.


Ecco, credo che è così che sia iniziato tutto. Da un umido che ti fa morire, da un pomeriggio troppo pigro e controllato, dalla mia bocca spalancata, da una melodia senza soste, dalla voce fluida e secca di un ragazzo smilzo e dal mio chiedermi, allibito e perso, da dove cazzo venisse tutta questa cosa? Come si fa questa cosa... questa cosa con la musica? 


Come si fa a fare New Born dei Muse, per esempio?